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venerdì 3 giugno 2011

Rinuncia all'Atomo della Germania: Punti di vista contrastanti

La Germania rinuncia al Nucleare tra Plauso, Critica ed ipotesi di Bluff ...

Ecco alcuni articoli sull'argomento:

Nucleare in Germania e la tua bolletta

La Germania ha deciso di non avvalersi più dell’energia nucleare dopo il 2022. Almeno questo vorrebbe la coalizione che attualmente governa il paese. Solo che i quattro grandi fornitori di energia alla Germania, tra cui la svedese Vattenfall (gli altri sono E.On, RWE e EnBW) avranno problemi giganteschi a sostituire l’energia mancante. Vattenfall per esempio potrebbe anche fare bancarotta, visto che ha fatto enormi investimenti nel nucleare tedesco. Il paese si terrà giusto una centrale, in modo stand-by, per salvare la fornitura di elettricità dai colli di bottiglia. Tenere una centrale nucleare in stand-by costa almeno 50 milioni di € all’anno.

Il futuro tedesco per l’energia sarà invece molto più fossile di oggi, rendendosi ancora più dipendente dalla Russia. Solo che l’orso fra pochi anni non sarà più in grado di soddisfare la domanda europea di idrocarburi, ancora meno di sostituire il nucleare europeo. Nella tesi di uno studente di Aleklett viene descritto come l’Europa deve aumentare l’importazione di gas naturale del 90% fino al 2030, principalmente dalla Russia e dalla Norvegia. I calcoli danno che la Norvegia avrà il peak gas nel 2020, e la Russia nel 2035. Per il 2030 la produzione norvegese sarà in forte declino, alcune stime parlano di 20 bcm meno di oggi, quindi da li non potranno arrivare le quantità di cui abbiamo bisogno. Dalla Russia arriveranno forse il 45% in più. La eventuale crescente capacità esportativa della Russia, da per esempio le isole Sakhalin, andrà verso Cina e altri paesi asiatici in espansione, non verso l’Europa.

Quindi la decisione tedesca si traduce in carbone, un’altra di quelle materie prime che continua ad apprezzarsi, tra l’altro senza dimostrare nessuna debolezza, come avviene per gas e petrolio.

Nel 2005 è stato introdotto in Europa il sistema dei diritti di emissioni che sarà ulteriormente esteso nel 2013. Finora gli impianti di produzione di energia elettrica hanno ricevuto a gratis i loro diritti, uno dei fattori che hanno aumentato le bollette a tutti i cittadini europei, mentre i produttori riuscivano ad aumentare i margini. Fra due anni invece i giganti dell’elettricità dovranno pagare i diritti, e sarà la fine dei loro guadagni, se non raddoppiano ancora la nostre bollette.

Se prendiamo l’esempio della Vattenfall si vede che nel 2010 ha emesso ca 91 milioni di tonnellate di CO2. La statale svedese sta costruendo altre due impianti a carbone in Germania, e saranno altre 15 milioni di tonnellate. I diritti di emissione vengono ora scambiati a ca 18,50 euro/tonnellata. 106 Mtonnellate x 18,50 euro = 1.961.000.000 € ovvero 1,9 miliardi di Euro solo per emettere CO2. Operating income del gigante svedese era di 1,3 miliardi per le stesse aree di attività. Lascio al lettore calcolare cosa significa per la sua propria bolletta, ovviamente andandosi a cercare questi stessi dati per l’Italia. Forse lo farò io più avanti. Una stima timida potrebbe essere un raddoppiamento da qua al 2020.

E comunque avremo peak coal nel 2025.

Io penso che la decisione tedesca verrà disfatta, perché significa anche un enorme contrattempo per il clima. Ogni TWh prodotta dal nucleare che deve essere sostituito da idrocarburi, emette un’altra tonnellata di CO2.

E per che non mi crede, dicendo che verrà tutto sostituito dalle tecnologie nuove, ho come al solito prodotto un grafico:

Per sostituire il nucleare la Germania comprerà energia nucleare dalla Francia, e gas naturale dalla Russia. Per quanto riguarda l’eolico on-shore hanno già sfruttato al massimo il territorio la dove il vento c’è.




La Germania rinuncia al nucleare. Dismetterà tutte le centrali entro il 2022. Cosa accadrà ora?

La Germania di Angela Merkel ha deciso: stop al nucleare. Dopo il disastro di Fukushima di cui nessuno più parla, ecco che la potenza economica tedesca decide di rinunciare all’energia atomica, assediata com’era dalle proteste dei verdi e degli ecologisti, che un giorno sì e l’altro pure urlavano contro le centrali atomiche. Il fermo definitivo arriverà nel 2022, ma già quest’anno alcune centrali non collegate alla rete energetica nazionale verranno stoppate. Una decisione questa che pare irrevocabile e che lascia parecchio amaro in bocca. Perché anche la Germania alla fine si è lasciata sedurre dalla paura e da ipotetici disastri che in verità con le nuove tecnologie e con le centrali atomiche di quarta generazione sarebbero stati praticamente azzerati, salvo non fosse caduta la Luna sulla Terra…

Ma l’emotività – sappiamo – gioca brutti scherzi, e ora la Germania dovrà recuperare quel 22% di energia nucleare sfruttando altri settori energetici, che in verità non ci sono. Ecco allora che si profila un maggiore sfruttamento delle centrali a carbone e del petrolio, e forse dei gas naturali. Certamente non energie rinnovabili e certamente non pulite. Seppure, il governo tedesco parli già di eolico e altre rinnovabili, il cui costo però oggi è superiore al reale vantaggio. Senza contare la violenza che verrebbe fatta al paesaggio con quelle enorme eliche disseminate ovunque.

Sta di fatto che la Germania pare essere risoluta sul punto. O almeno la Germania di questo governo, che già di per sé è politicamente conservatore. Perciò un governo diverso, di sinistra, non potrà far altro che proseguire verso questa strada. Per la gioia di petrolieri e fornitori di gas naturale. Che già si sfregano le mani per l’incremento degli introiti derivanti dalla vendita di carbone, petrolio e metano. Gli unici – allo stato – capaci di garantire il fabbisogno energetico di una nazione grande e complessa come la Germania, ove il settore delle rinnovabili riesce a coprire a malapena il 10% dell’intero fabbisogno energetico.

L’aspetto positivo della vicenda comunque esiste. Ed è questo: una rinuncia globale all’energia nucleare basata su fissione, soprattutto da parte delle nazioni economicamente più potenti, potrebbe incrementare la ricerca scientifica sulle fonti energetiche alternative effettivamente rinnovabili a basso costo e poco invasive, come l’idrogeno e la fusione nucleare. Ma questo – ripeto – solo e se la rinuncia fosse globalizzata. Diversamente, la ricerca andrebbe comunque a rilento. Ed è l’eventualità più probabile. L’impressione infatti è che gli USA e persino il Giappone pare non vogliano rinunciare così facilmente all’energia atomica. E certamente non la Cina o la Russia o alcuni paesi del terzo mondo come l’Iran, che pensano all’energia nucleare su fissione nel duplice ruolo di energia civile e militare.

Detto così, è difficile capire quale sia la strada giusta da seguire o quella che effettivamente verrà seguita. Ancora una volta la Germania indica una via, quella più semplice e immediata: chiudere tutto, perché non si sa mai… Ma non è detto che sia quella corretta. Certamente l’Italia non potrà e dovrà seguirla acriticamente e sull’onda dell’emotività, ma dovrà ragionare con la propria testa e con il proprio cuore. Del resto, i tedeschi non hanno certo guardato all’Italia quando hanno preso questa difficile decisione. E allora? Allora credo che un po’ di autonomia nella valutazione dei pro e dei contro anche su questo campo non guasta

 

Il nucleare, che roba da peones.



Abbiamo appena esultato per la decisione della Germania e della Svizzera di abolire il nucleare dai loro territori entro qualche anno. Che civili, che avanzati, che democratici. Era ora che il nucleare finisse nelle discariche della storia, abbiamo pensato.

Ma neanche per sogno: ora che il nucleare fa schifo a svizzeri e tedeschi, e presto anche ad altri Paesi ricchi, non penserete mica che debba fare schifo a tutti. Come sempre, le tecnologie che a noi non piacciono perché inquinanti o obsolete, si riciclano prontamente presso altri popoli più sfigati, quelli di serie B insomma.

Ecco quindi gli africani che tutti contenti si preparano a tenersi il proprio uranio, che servirà alle tante belle centrali nucleari che sono in programma. Energia e posti di lavoro per il Continente Nero! Avete già sentito questa canzone?

Ma non solo Africa: anche l'Arabia Saudita annuncia tutta contenta che raddoppierà la propria capacità di generazione nucleare entro 20 anni, così il petrolio possono continuare a venderselo e i grattacieli a stare al fresco.

Chissà chi sono quegli abili piazzisti che, perso il mercato dei Paesi più fighi, stanno tentando ora di mollare la fregatura ai peones? Si sa, non si butta via mai niente.

di Debora Billi
Tratto da: http://petrolio.blogosfere.it/2011/05/il-nucleare-che-roba-da-peones.html

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