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mercoledì 13 luglio 2011

Sono pazzi gli abitanti di Hong Kong?


Mi sono trovato ad Hong Kong per motivi di lavoro e ho avuto occasione di girare a lungo per la città della quale mi hanno colpito alcune cose che mi hanno dato lo spunto per pormi alcune domande che vorrei condividere. La prima domanda che mi sono posto è perché le banche e le tante gioiellerie non hanno le bussole all'ingresso, anzi, essendovi una temperatura mite spesso hanno le porte aperte. Mi sono anche chiesto perché non vi sono auto in doppia tripla fila per qualunque via, anzi non vi sono proprio auto parcheggiate lungo le vie, eppure la città conta sette milioni di abitanti. 

Ho preso più volte un taxi, che qui sono numerosissimi tanto da rappresentare la maggioranza dei veicoli in circolazione, e le tariffe sono di un euro e ottanta per i primi due chilometri e poi di venti centesimi ogni duecento metri.

Perché non c'è un pezzetto di carta per terra, né una cicca di sigaretta, perché alle sei di mattina all'arrivo all'aeroporto ci sono quindici gabbiotti per il controllo passaporti tutti aperti e con i poliziotti dentro.

Perché anche di notte ci sono i supermercati e negozi aperti, magari non tutti, ma quelli di pubblica utilità e anche qualcuno di articoli vari.

Perché nell'avveniristica e pulitissima metropolitana (nella quale c'è campo per i telefonini) ad ogni scompartimento ci sono due enormi schermi che ti dicono in quale punto del tragitto ti trovi; schermi che sono presenti anche in molti dei numerosissimi autobus, nei quali non è consentito stare in piedi.

Perché il periodo prenatalizio è l'epoca dei saldi consentendo ai commercianti di svuotare i negozi e ai clienti di spendere di più approfittando della convenienza (è strano vedere file ininterrotte e disciplinate ovunque per entrare a fare acquisti).

Perché tutti servizi pubblici sono accessibili con una carta di credito ricaricabile del Comune che consente anche di accedere ai distributori automatici, entrare nei musei, ecc..

Perché nei lavori in corso, ad esempio sulle strade, ci sono vistosi cartelli con indicata la data di inizio dei lavori, quella del termine e, cosa inaudita da noi, vi è anche lo spazio per indicare la data dell'eventuale anticipo della fine dei lavori.

Ci sarebbero anche tanti altri perché, ma uno più di tutti mi ha arrovellato il cervello, perché con tutti i servizi che funzionano alla grande l'aliquota massima dell'unica tassa omnicomprensiva pagata dai cittadini è del 16,5 per cento quando l'anno scorso era del diciassette e le autorità hanno comunicato che poiché le cose stavano andando bene, avrebbero abbassato l'aliquota di mezzo punto.

Sono pazzi gli abitanti di Hong Kong?
 
Scritto da Giuseppe Quarto   
Tratto da: http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=32408&Itemid=29

4 commenti:

  1. Bell'articolo che evidenzia come i nostri politici dovrebbero stare ben in altri luoghi, che ad occupare incarichi pubblici. Ovviamente sappiamo bene che i nostri politici non sono ne' incompetenti, ne' pazzi ma sono solo al servizio delle grandi corporazioni e organismi internazionali (Goldman Sachs, FMI; Banco Mondiale ...) e non del paese. Cosa vogliono da loro GS e soci? Vogliono impossessarsi delle ricchezze dell'Italia: oro, grandi imprese pubbliche, municipalizzate e quindi i loro politici si fanno in quattro per acconentarli, derubando il paese ed il popolo delle italiche ricchezze. Il debito pubblico (creato sempre da loro rappresentanti) ha questa precisa finalità; una volta che il debito viene riconosciuto impagabili, i politici di turno al servizio delle multinazionali procedono alla svendita. Un piccolo esempio è il Credito Italiano, valutato 20.000 miliardi di lire viene svenduto per 2.000! Oggi svenderanno le poste, le ferrovie, cio' che resta dell'ENI, finmeccanica, le municipalizzate ... e le circa 3.000 tonnellate di oro appartenenti all'Italia. A dire il vero mi sembra chiaro che ad essere pazzi sono i cittadini italiani che si lasciano tranquillamente derubare, senza dire neppure pio!

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  2. Viaggio spesso in Asia: Hong Kong, Malesia, Tailandia, Taiwan ecc.
    La situazione di Hong Kong non è neppure così idilliaca se comparata con quella di Singapore, dove l'IVA scorre attorno al 3%, si va a far la spesa in taxi, non esistono borseggiatori, i negozi la sera sono sempre pieni di gente che... addirittura compra.
    Lavoravo in Malesia alla fine del 1998, quando scoppiò la più devastante crisi di quell'area. Il governo malese federale dovette lavorare a lungo per partorire una manovra finanziaria di salvataggio: mi pare che impiegarono un paio di settimane, in uno Stato in cui mandi un fax per richiesta di informazioni al ministero delle Finanze e ti rispondono entro 2 ore.
    Tra i punti principali: annullamento dell'IVA sull'acquisto di automobili di produzione nazionale (le Proton) e sui pacchetti turistici con mete nazionali, introduzione di un prezzo politico per gli alimenti di prima necessità (riso e olio). Infatti l'obiettivo era il mantenimento dell'economia nazionale attraverso il sostegno del potere di acquisto delle famiglie.
    Nei supermercati tutti i prodotti nazionali erano ben evidenziati in scaffali separati, e costavano notevolmente meno dei prodotti stranieri.
    Gli altri Stati limitrofi applicarono manovre simili. La Tailandia attuò una forte svalutazione del Baht.
    In un paio d'anni le tigri asiatiche tornarono a ruggire e... prima o poi mi trasferisco là anch'io, come hanno già fatto diversi parenti e conoscenti. Alla faccia della banda Monti e degli Europei che dormono.

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