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martedì 23 agosto 2011

Eilat, attacco terroristico premeditato?


Come molti giornali riportano un attacco terroristico è stato effettuato al confine tra Egitto ed Israele ad Eilat. I terroristi per mano della IDF sono stati ammazzati così come 7 israeliani (tutti militari).

Lo svolgimento dell’attacco, secondo le fonti dell’IDF, sembra essere stato sviluppato da almeno una ventina di persone, delle quali alcune colpite a morte durante l’attacco. I terroristi avrebbero pianificato l’attacco già dalla Striscia di Gaza dai Comitati di Resistenza Popolare.

Questa la notizia che potete leggere su Haaretz. com Quello che salta subito all’occhio è che la IDF sapesse già da dove venivano attaccati, tanto che Netanyahu ha mandato l’aviazione a bombardare il già martoriato territorio di Gaza per rappresaglia, e che sapesse che i terroristi avevano utilizzato un tunnel di 15 km per intrufolarsi successivamente in una frontiera sbrindellata tra le fila di quelli che aspettavano in Israele (!!!) un autobus dove c’erano militari.

Certamente si parlerà di complottismo, ma vicende come queste in Israele sono la norma (vedasi il caso di Vittorio Arrigoni, tacitato perché aveva visto troppo). E’ poi da sapere che a settembre l’ONU si riunirà per valutare la richiesta palestinese per la creazione dello stato della Palestina e questo è la vera spina nel fianco di Israele che NON accetta nessun stato che possa essere riconosciuto dalla comunità internazionale in medio-oriente che non sia Israele.

Spero di sbagliarmi, ma la sensazione è quella di sempre, così come il caso di Oslo in cui furono massacrati, da un filoisraeliano anticomunista ed anti-islamista, una novantina di persone, tutte aderenti al partito socialista che confermava il proprio dissenso sulla politica israeliana di ghettizzazione dei palestinesi e che appoggiavano la proposta di Hamas per la creazione dello stato di Palestina. Si aggiunga inoltre che Erdogan diplomaticamente sta guerreggiando con gli israeliani per la mancata scusa “diplomatica” che Israele dovrebbe dare per l’omicidio dei 4 attivisti turchi imbarcati nella Mavi Marmara sempre per lo stesso motivo: il riconoscimento dello stato di Palestina.

Inoltre, viste che sono già molti giorni che in Israele ci sono disordini e manifestazioni contro uno stato sociale che esclude una buona fetta della popolazione, un evento del genere è sicuramente un elemento catalizzante che va oltre le mere proteste dei cittadini israeliani che debbono far fronte comune al terrorismo che li può minacciare fisicamente e da vicino. Quale migliore occasione per ricompattare le fila, sedare gli animi accesi e indirizzare la loro rabbia su questioni vitali.

Forse sono deduzioni avventate, ma Israele ci ha insegnato in decenni di brutale e razzista dominio di quei territori che può agire anche contro i propri soldati o la propria popolazione se lo scopo è superiore. L’omicidio di Yitzhak Rabin dovrebbe aprire gli occhi a molti increduli per capire il livello di perfidia criminali che anima certi personaggi.

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