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lunedì 15 agosto 2011

Rapina storica: con la scusa del debito, si prendono l’Italia


Si stanno preparando, gonfiando il loro debito artificiale a orologeria: si prenderanno tutto, dall’Enel alle Poste Italiane, fino al patrimonio immobiliare e persino alla nostra acqua, con buona pace del referendum appena celebrato. Italia «stile Grecia, in nome di un debito che non si risana mai», nonostante «le tante manovre da lacrimogeni e sangue degli ultimi vent’anni». Insomma, il debito “eterno” «come strumento di controllo e dipendenza», sull’esempio dell’Africa. Che fare? Semplice: non riconoscere più il debito italiano verso la Bce, uscire dall’Unione Europea, nazionalizzare la Banca d’Italia, tornare a stampare la Lira, moneta che tornerà di proprietà della nazione: obiettivi di un «movimento sovranista e indipendentista italiano, che nascerà dalla brutalità dei fatti».

Questa la sintesi della drammatica analisi che “Rivista Indipendenza” lancia su Facebook all’indomani dell’annuncio dei tagli sociali più spaventosi nella storia della Repubblica italiana, sotto la pressione dell’Europa dominata dalle lobby bancarie che prendono ordini da Wall Street. Obiettivo: «Portare al collasso i conti dello Stato attraverso l’inesigibilità oggettiva degli interessi crescenti sul debito» per poi fare come con la Grecia, ovvero «appropriarsi del patrimonio pubblico che viene obbligato alla privatizzazione». La drammatizzazione sui “conti pubblici” e la disinformazione assoluta riguardo le modalità tecniche della dipendenza imposta a tutto campo anche al nostro paese, continua “Rivista Indipendenza”, hanno la funzione di consentire il raggiungimento dei diversi obiettivi nel modo più indolore possibile. Sale la rabbia? Niente paura: viene “drenata” su «binari non irrilevanti, ma secondari», ovvero i cosiddetti “costi della politica” e i privilegi della “casta”.

L’essenziale, aggiunge “Rivista Indipendenza” in una nota ripresa da “Megachip” il 13 agosto, è «sviare» l’opinione pubblica dalle cause di fondo e dalle modalità della «macelleria e predoneria» che ci stanno somministrando a dosi sempre maggiori. A nome del centrosinistra, Bersani dice che «questa manovra non risponde al problema»? Secondo “Rivista Indipendenza”, il capo del Pd «anticipa, da più zelante servitore, il giudizio della Banca Centrale Europea che, dopo i suoi apprezzamenti di rito, esigerà ancor più dure legnate anti-sociali e la privatizzazione di ciò che rimane oltre le municipalizzate (Eni, Enel, Poste, Finmeccanica più il patrimonio immobiliare). Questione di principio, neoliberista e predatorio». Un debito creato ad arte, che ora diventa un cappio: l’alibi perfetto per la progressiva spoliazione dei beni pubblici.

Italia sotto ricatto: la Bce ha ufficializzato una ulteriore ipoteca, annunciando il suo “aiuto” al governo di Roma «per il risanamento del debito», con l’acquisto di titoli di Stato italiani sul mercato secondario, con scadenze tra i 2 e i 10 anni. Attenzione alla scadenza ravvicinata dei titoli e alla natura dell’“aiuto”: vincolato al varo di riforme e, in particolare, alla privatizzazione di aziende su cui lo Stato italiano mantiene ancora azioni, mentre con la manovra aggiuntiva predisposta il 12 agosto «già si allungano le mani sulle aziende pubbliche locali». Ipoteca aggravata: l’acquisto di titoli di Stato «surclassa l’ammontare del denaro che entra nelle casse dello Stato: essendo obbligati a pagare gli interessi, è debito che fa crescere ulteriormente debito – sedicente “pubblico”, in questo caso estero – dell’Italia, e la esporrà maggiormente alle pretese vessatorie e spoliatrici euroatlantiche che nel brevissimo periodo torneranno a farsi sentire».

In una nota relativa proprio ai titoli di Stato, la stessa Bce spiega che il suo programma «interverrà attivamente sui titoli di mercato», quello secondario, che sarà anche stato creato «per aiutare a ristabilire una migliore trasmissione delle decisioni di politica monetaria e assicurare la stabilità dei prezzi nell’area euro», ma in realtà – scrive “Rivista Indipendenza” è quello che tratta i titoli già in circolazione: è proprio il mercato secondario ad aggravare la situazione, visto che «incentiva la speculazione e fungerà da forzatura ulteriore alle prossime strette neoliberiste». La trappola è scattata, e i partiti che siedono in Parlamento sono impotenti, incapaci di reagire. Unica via d’uscita, un radicale “no” a questa Europa: se ne incaricheranno nuovi partiti e nuovi movimenti, «pena lo sprofondare civile e sociale di larghi strati di popolo dominato».

Tratto da: http://www.libreidee.org/2011/08/rapina-storica-con-la-scusa-del-debito-si-prendono-litalia/

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