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mercoledì 16 maggio 2012

Sulle banche, l’ultimo attacco di Moody’s all’Italia

(...) Oltretutto, osserva l’Abi, per abbassare il rating questa volta si tirano addirittura in ballo le misure di austerità varate dal Governo Monti in quanto riducono la domanda economica nel breve termine. Lo stesso tipo di misure di austerità che Moody’s invocava in passato.

E allora, insiste l’Abi, la decisione di Moody's non soltanto è irresponsabile ma rappresenta una vera e propria aggressione all'Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini. (...)
 
 
Certe cose non succedono mai per caso. La decisione di Moody’s di declassare il giudizio sull’affidabilità patrimoniale e finanziaria di ben 26 banche italiane è arrivata in concomitanza con le difficoltà della Grecia preda di una ingovernabilità che la porterà diritta a nuove elezioni anticipate e all’inevitabile uscita dall’euro che dovrebbe tracciare una crepa irrimediabile all’edificio della moneta unica avviandone il progressivo dissolvimento tramite un effetto domino che si propagherà ad altri Paesi. Come appunto l’Italia unitamente a Spagna e Portogallo che vantano altri debiti pubblici e che vedono la propria economia in caduta libera. Un attacco che è arrivato in concomitanza con le trattative tra i 27 Paesi dell’Unione europea sulla proposta della presidenza di turno danese sulle norme per il rafforzamento dei requisiti patrimoniali delle banche europee in applicazione dei criteri dell’accordo di Basilea III.

Certo gli analisti di Moody’s non rappresentano la verità e le loro valutazioni sono spesso spazzatura. Basta andare a rivedersi le valutazioni all’agenzia di rating Usa fatte nel 2007 sull’affidabilità e sulla solvibilità della Lehman Brothers, la banca d’affari e di speculazioni che veniva presentata come più che solida dal punto di vista finanziario e patrimoniale. Poi Lehman Brothers è fallita ma a Moody’s, per cui ha svolto consulenze anche Mario Monti, ha continuato ad emettere giudizi su Paesi, società e banche, che non dovrebbero preoccupare gli interessati se non fosse per i molti investitori che ne comprano i servizi per ricevere consigli su cosa comprare. Giudizi che troppo spesso risentono delle preoccupazioni degli investitori che vogliono sentirsi dire le cose che vogliono sentirsi dire. E non è un gioco di parole. Oltretutto, ed è il passato recente a testimoniarlo, Moody’s e i suoi degni compari di Standarsd&Poor’s si sono mossi con un tempismo inquietante emettendo giudizi negativi ma basati sul nulla nei riguardi di titoli di Stato di questo o quel Paese europeo, che non si trovavano certo in situazioni disastrose, con l’obiettivo evidente di creare soltanto tensioni nell’area dell’euro. Insomma come fanno generalmente le banche anglofone che speculano contro l’Italia, Goldman Sachs in testa, pure Moody’s e Standatrd&Poor’s partecipano al più generale attacco all’euro con l’obiettivo di farlo dissolvere ed impedirgli di prendere il posto del dollaro e della sterlina come moneta di riferimento nelle transazioni finanziarie internazionali.

Che le società di rating amino giocare con i numeri senza agganciarli alla realtà è dimostrato dalla recente disattenzione mostrata verso le vicende dell’altra grande banca d’affari, la JP Morgan, che si è ritrovata con 2 miliardi di dollari di perdite. Un bis quindi della vicenda di Lehman Brothers. Ma che al contrario di quella, troppo sputtanata e indebitata per sopravvivere, vedrà, come già successo per la Goldman Sachs, un intervento della Federal Reserve Usa e del Tesoro per impedirne il fallimento. Altri soldi pubblici, soldi dei cittadini Usa, che finiranno nelle capaci tasche dei banditi di Wall Street ad opera di un presidente che confermerà in tal modo di essere divenuto il loro più fedele servo o maggiordomo. Con tanti saluti alla tanto sbandierata riforma dei mercati finanziari che avrebbe dovuto fare chiarezza ma che di fatto lascerà le cose come prima.

A reagire con durezza contro Moody’s non è stato soltanto il mondo bancario ma anche quello politico “atlantico” di solito molto ben disposto e comprensivo verso le società di rating quando con i loro giudizi esponevano di fatto critiche nei riguardi dell’operato del governo Berlusconi. Adesso con Monti, anglofono e liberista doc, l’approccio è notevolmente diverso con il professore della Bocconi trasformato in un intoccabile e in un garante della stabilità. Ma si sa, certe persone sono sempre in cerca di un nuovo padrone.

Reazione sdegnata quindi dall’Abi, l’associazione bancaria, che ha giudicato “irresponsabile, incomprensibile e ingiustificabile” la decisione di Moody’s. Una nota sottolinea, finalmente diciamo noi, che “ancora una volta le agenzie di rating si confermano come un elemento di destabilizzazione dei mercati con giudizi parziali e contradditori”. Oltretutto, osserva l’Abi, per abbassare il rating questa volta si tirano addirittura in ballo le misure di austerità varate dal Governo Monti in quanto riducono la domanda economica nel breve termine. Lo stesso tipo di misure di austerità che Moody’s invocava in passato.

E allora, insiste l’Abi, la decisione di Moody's non soltanto è irresponsabile ma rappresenta una vera e propria aggressione all'Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini. Già da oggi, l’Abi valuterà tutte le azioni per tutelare gli interessi dell'economia. E’ necessario, conclude la nota, varare una normativa europea con severi controlli nei confronti delle agenzie di rating che rappresentano un elemento di destabilizzazione dell’economia diffondendo valutazioni non realistiche dello stato di salute di banche e società.

Inattesa la reazione di Pierferdinando Casini in Caltagirone che ha definito di una “gravità inaudita” la decisione di Moody's e che ha sottolineato la necessità di rilanciare l'idea di una agenzia di rating europea. Ieri, ha ricordato, le agenzie di rating erano distratte (vedi Lehman Brothers). Erano sorde e cieche perché non hanno visto i disastri dei derivati e di un'economia costruita sulle bolle speculative. Mentre oggi rischiano di essere parte di “un disegno criminale anti-europeo e anti-italiano”. E bravo Casini, ma perché non lo hai detto prima? E' una vergogna, ha continuato il politico centrista, che in presenza di nessun elemento nuovo, salvo il deterioramento delle situazioni economiche, e questo vale per tutti i Paesi del mondo, non solo per l'Europa, ci sia il declassamento delle nostre banche. E' un attentato all'economia di questo Paese. Oggi, ha concluso, la perdita di credibilità delle agenzie di rating da oggi sia totale. Perché, ci sarebbe da replicare, quando mai le società di rating sono state credibili?

di Filippo Ghira

Tratto da: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=14886

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