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lunedì 18 marzo 2013

Unire gli italiani che hanno già capito


Abbiamo appena assistito ad una strana campagna elettorale in cui, da candidati e giornalisti, sono state ignorate due questioni determinanti per il nostro popolo: il debito pubblico, che ha superato i 2000 miliardi di €, e la nostra politica estera, la cui ridefinizione sarebbe utile alla coesistenza tra i popoli ed alla salvaguardia e sviluppo degli interessi economici e sociali degli italiani.

L’assenza di un confronto di strategie e progetti su tali temi è quantomeno singolare , ma deriva dal fatto che sono i media di proprietà della grande finanza, coordinati dall’Aspen Institute, a dettare i temi dell’agenda politica per i giornalisti e per gli attivisti e i candidati “peones” del centrodestrasinistra.

Gli oligarchi dei partiti sanno invece benissimo che se vogliono continuare ad avere il sostegno della grande finanza, che è anche proprietaria dei media, possono sbraitare e teorizzare a piacimento se restano nel cortile del sistema, ma non debbono mettere in discussione i dogmi della globalizzazione costruita dalla grande finanza.

I capi dei partiti del centrodestrasinistra sanno benissimo che l’Italia non è più sovrana in materia economico-finanziaria, ove i poteri sono stati ceduti alla Banca Centrale Europea, né in politica estera, ove a fare le scelte di lungo e medio periodo, sono organismi extraterritoriali ed antidemocratici, che lavorano a porte chiuse come il Bilderberg e la Trilaterale.

LE CHIACCHIERE STANNO A “0” !

Durante la campagna elettorale le cose hanno continuato ad aggravarsi, e tutti sanno benissimo che la “crisi” continuerà ancora a mordere e ridurre ulteriormente imprese, occupazione, istruzione, salari e servizi, perché “volsi così, colà dove si puote”.

E’ quindi necessario ripensare a tante cose se vogliamo che il “ basta !” ( a tutto ciò che viene deciso sulla pelle e contro gli interessi del popolo) non sia solo uno sfogo momentaneo.

Le nostre analisi, comportamenti e forme di organizzazione e di lotta, che si tratti di movimenti, comitati, associazioni o partiti, vanno rivisti poiché anch’essi appartengono alle cause che hanno prodotto i risultati che vediamo.

Quali opzioni politiche sono oggi in campo in Europa ed in Italia in particolare ?

Cremaschi, FIOM/CGIL : Questo ultimo anno catastrofico per le condizioni complessive del mondo del lavoro ha visto una complicità e una passività sindacale uniche in Europa (…). Si capisce allora meglio perché i gruppi dirigenti di CGIL e CISL si sono così platealmente spesi nella campagna elettorale (CISL x Monti, CGIL x Bersani). Dalla vittoria dello schieramento amico speravano di riottenere quel ruolo istituzionale che avevano perso senza lottare.

Camusso,CGIL: “Senza inversione di tendenza il paese tracolla”

Ferrero, PRC (dal documento politico) : “Lo stesso risultato del voto non smentisce l’asse della nostra battaglia politica di questi anni e neanche la collocazione difficile che abbiamo scelto nelle ultime elezioni. Milioni di elettori hanno scelto una proposta politica di rottura netta con il bipolarismo e che non si presentava come moderata. Al di fuori e contro il bipolarismo lo spazio si è allargato enormemente ma non è stata Rivoluzione Civile a occuparlo”. (?!)

Monti, Trilaterale : “Non bisogna sorprenderci che anche l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario”.

Draghi, BCE: “"Risanamento, avanti col pilota automatico", "L'Italia proseguirà sulla strada delle riforme, indipendentemente dall'esito elettorale”.

Il mio parere è che Draghi si sia fatto sfuggire la verità, che la Camusso abbia capito che ci hanno messo in scia alla Grecia e che si va a sbattere, ma non ha il coraggio o la libertà politica di uscire dalle “Colonne d’Ercole” del sistema costruito dalla grande finanza; Cremaschi stesso è prigioniero del vecchio “vorrei ma non posso”, ma mentre la Camusso (come Landini), ha la coda di paglia del suo PD che è schierato a difesa del sistema, lui lo fa in buonissima fede, ma incatenato ad una visione ideologica, rispettabile quanto oggi incapace ed inadatta a liberare un intero popolo. Il cinismo di Monti è di stupefacente crudeltà e rivelatore del progetto della grande finanza. Ferrero … è ancora nel mondo scomparso del politichese. Dal centrodestra non è uscita nessuna opzione politica. Ne era balenata una due anni fa, in salsa Mattei, quando fu varato l’oleodotto Italo/turco/russo, avversato da USraele , ma per riportarli all’ordine devono essere bastate le bastonate dei media e dei magistrati di centrosinistra. Su Grillo sospendo il giudizio, in attesa di avere elementi in grado di rappresentare una opzione politica (e di capire cosa succederà ora, dopo l’enorme risultato elettorale, l’abbraccio politico dell’ambasciatore americano e i relativi ingressi di massa dei “Partigiani e degli intellettuali del 26 aprile”), confermando una profonda stima e speranza sulla pulizia etica e sull’impegno sociale e politico dei cinque stelle che operano sul territorio.

La questione “a sinistra”

Con i tagli alla spesa pubblica, la privatizzazione delle aziende pubbliche e con il “colpo finale” del Fiscal Compact o pareggio di bilancio, non c’è più nessuno spazio politico per ipotesi socialdemocratiche. Per questa ragione di fondo ( unitamente alla proprietà privata delle monete sganciate dalla convertibilità in oro e alla conquista della proprietà delle banche nazionali da parte delle grandi famiglie della finanza internazionale) il PD e le altre forze politiche della sinistra storica, nonché le loro organizzazioni sindacali, sopravvivono ad un mondo che non c’è più.

Per ritagliarsi un ruolo, vivono di ricordi e teorizzano di riforme e di possibilità di cambiare il sistema dall’interno (strategia e tattica politica, che aveva margini di manovra quando il capitale per formarsi aveva bisogno di appropriarsi del plusvalore, il che conferiva un contropotere politico sociale alla classe operaia); ma sono oggi usati, in tutta Europa, in alternanza (e non in alternativa) ai partiti storici della nobiltà e dei grandi ricchi, nella gestione dei loro interessi, bellici, geopolitici, finanziari, e istituzionali. Come le esperienze di governo nazionali, regionali e locali dimostrano, la competizione tra centrodestra e centrosinistra si materializza unicamente in competizioni elettorali tra varie logge, gruppi di potere e lobby di (im)prenditori di denaro pubblico, interni al sistema.

Con i trattati di Maastricht e di Lisbona, l’Italia (come gli altri stati dell’Eurozona) ha ceduto la sua sovranità a BCE e Commissione Europea, per questo Draghi può dire che chiunque governi non cambierà nulla, senza scandalizzare nessuno; mentre le sue parole sono di una estrema gravità per chi ancora crede nella libertà, nell’autodeterminazione e nella sovranità popolare.

Con i parametri fissati dal trattato di Amsterdam, e non disponendo più di alcuna leva di politica economica nazionale , tranne l’aumento del prelievo fiscale, già ai massimi mondiali, e i tagli alla spesa pubblica, che significano, meno servizi, scuola, sanità, trasporti, pensioni, diritti (poiché la nostra Costituzione stabilisce che “ La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”), è impossibile uscire dal perverso rapporto Debito/PIL.

Applicando le misure, al riguardo imposte da BCE e Commissione Europea, il Prodotto Interno Lordo (PIL) non poteva che ridursi (infatti nell’ultimo ano si è ridotto di un altro 2,4% , “ogni mese falliscono 1.000 aziende e ogni giorno spariscono 2.000 posti di lavoro” - il fatto quotidiano/21 gennaio) e il debito non poteva che aumentare ( infatti è aumentato superando i 2000 miliardi di €, passando dal 119 al 127% - Corriere economia/13 marzo ).

I bizantinismi e gli specchietti per le allodole con cui Napolitano, Partiti, Logge e media vogliono parlarci d’altro, sono solo tempo guadagnato per la grande finanza e tempo perso per chi invece vuole liberare l’Italia (e l’Europa) dalla sua oppressione.

FARE PRESTO

Bisogna guardare in faccia alla realtà e agire in fretta. Occorre aprire la trattativa per uscire dall’Euro e poter disporre al più presto di una moneta di proprietà dello Stato italiano, finché la residua capacità produttiva (agricola, industriale, artigianale e commerciale), il risparmio delle famiglie, le quote di mercato delle produzioni italiane (il Made in Italy vende di più extra UE), la grande ed inutilizzata presenza di energie lavorative, culturali e creative giovanili, che stanno sempre più migrando, sono ancora in grado di reggere e fare da volano nella necessaria ripresa.

Più il tempo passerà e più si materializzeranno tutti i nefasti effetti delle politiche delle lobby finanziarie che da anni vedono il peso politico, la struttura produttiva e i saperi europei, come un pericolo per la loro globalizzazione e concentrazione di potere. 

di Fernando Rossi
Fonte: Teste Libere

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